martedì 16 febbraio 2016

Litografia




                           Toulouse Lautrec - Litografia con matita lito

La sua invenzione risale alla fine del 1700 ed il suo nome deriva dal greco lithos = pietra e ghraphé = scrittura. All'inizio, infatti, come matrice, veniva utilizzata una pietra di calcare compatto, che in seguito, fu sostituita da lastre di metallo.
La litografia introduce un metodo nelle tecniche delle incisioni, chiamato stampa chimica su pietra. La tecnica della litografia si basa sul principio, già abbastanza noto fin dall’antichità, della repulsione fra sostanze grasse e l’acqua. Nel 1796 Aloys Senefelder (Praga 1771 - Monaco 1834) prende in considerazione questo fenomeno per la realizzazione di un sistema di stampa. La matrice è una pietra calcarea “litografica” o “pietra di Senefelder” dalla struttura granulare, dove il granulo, più o meno fine, è regolare in tutto il suo volume. La pietra è composta da carbonato di calcio e viene squadrata a parallelepipedo con tutti gli angoli a 90 gradi e le grandi facce perfettamente parallele fra loro. Il perfetto parallelismo delle facce e lo spessore che deve essere non inferiore ai 6 cm. (deve essere tra i 6 ed i 12 cm.), contribuiscono ad ottenere una maggiore resistenza alla pressatura, diminuendo il rischio di rottura.

Pulitura della pietra litografica
Gli strumenti che l’artista utilizza non sono del tipo “da incisione” ma atti soltanto a lasciare impresso in superficie il segno grafico, quali il gessetto litografico, la matita litografica, l’inchiostro litografico da stendere con pennini, pennelli, tamponi, aerografo ecc. Dopo la realizzazione del disegno avviene la fase successiva che è l’acidazione. 
Su tutta la superficie della pietra con il disegno realizzato dall'artista si passa del talco, quindi un velo sottile ma uniforme di mordente, una soluzione composta di acido nitrico diluito con acqua e gomma arabica.

Nelle parti non disegnate, cioè dove manca l'inchiostro, l'acido provoca la trasformazione del carbonato di calcio (esistente nella pietra matrice) in nitrato di calcio con proprietà idrofila, mentre nella parte protetta (quella disegnata) il carbonato di calcio trattiene l'inchiostro, essendo questo un materiale grasso.

Si fanno passare circa ventiquattro ore dall'acidazione, quindi si procede alla pulizia completa della pietra con essenza di trementina, compreso il disegno realizzato dall'artista. La pietra non presenta più nessuna visibile modificazione fisica ma risulta preparata chimicamente a ricevere e repellere l'inchiostro di stampa, in questa fase scompare il disegno eseguito dall'artista che può non riapparire se le dosi dell'acido sono sbagliate.

Si passa al risciacquo della pietra con abbondante acqua corrente.

Senza attendere che la pietra si asciughi completamente viene inchiostrata con inchiostro litografico impiegando un rullo di caucciù. Soltanto alcune aree assorbiranno l'inchiostro, cioè quelle in carbonato di calcio


Rullo in caucciù per inchiostrare la pietra litografica
Si passa alla torchiatura, dove l'inchiostro trattenuto dalle suddette aree verrà trasferito nel foglio.

Ad ogni tiratura verrà eseguita l'umidificazione e l'inchiostrazione della pietra.

La litografia monocromatica è pronta per essere fruita.




Stampa litografica con l'immagine speculare           
Se si vuole realizzare una cromo-litografia (litografia colorata), occorre decidere quanti colori impiegare, quindi preparare tante lastre con tanti disegni (tutti perfettamente accostabili) per quanti sono i colori dell’opera finale.  Le pietre pure al 98% vengono dalle cave della Baviera, l’Accademia delle Belle Arti di Palermo possiede più di venti pietre litografiche, gli studenti hanno la possibilità di vivere questa esperienza unica e magica.
Renoir - Litografia con inchiostro lito















Daumier - Gente onesta - litografia





  Caterina Guttuso






10 commenti:

  1. Ho scoperto ora questi appuntamenti con l'arte. Devo recuperare!

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  2. E' proprio vero che anche dalle pietre si può cavar fuori qualcosa, e che cose! Grazie Caterina per metterci a conoscenza di queste tecniche che adesso per me diventano sempre meno misteriose, ma dalle quali mi tengo debitamente a distanza.

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  3. La conoscenza serve per apprezzare lavori che molto spesso vengono scambiati per altro, senza sapere tutto quello che ci sta a monte. Ade grazie per il commento!

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  4. Brava Caterina, ci voleva qualcuno a parlarci del come si fa, al di là dell'aspetto estetico e del giudizio di valore, che vengono dopo la padronanza della tecnica. Neofita e digiuno delle tecniche, ti sono grato delle belle ed esaurienti spiegazioni. Recupero subito le latte precedenti.

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  5. Grazie Fabri! Conoscere le tecniche serve a valutare meglio il lavoro altrui.

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  6. Questa cosa mi sembra pericolosa... io passo alla matita HB
    gd

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    1. ahahaahah...Giorgio hai paura che qualche pietra ti arrivi in testa? E poi tu sei cosa di acquerello.

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  7. Un lavoro complesso, un bell'esempio di "fatica" del così detto "lavoro intellettuale"

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    1. Si Rosa sono lavori manuali che raffinano l'intelletto, grazie per il commento!

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